Il blog nasce dall'idea di confronto: per ogni post ci sarà la possibilità di lasciare commenti, favorendo l'interazione e la condivisione di idee tra gli utenti. Ognuno di questi post è associato ad un colore che sarà lo strumento con cui si potranno condividere idee sull'argomento dell'articolo, discutere su sensazioni uguali o diverse suscitate dal contenuto in questione.

martedì 30 novembre 2010

Gli anni '80 e '90 fino ai giorni nostri

1980

Negli anni ottanta si assistette a una ridefinizione completamente nuova della professione dello stilista. Non bastava più essere un buon artigiano e creare capi di ottima fattura e qualità ma, seguendo l'esempio delle più sofisticate strategie pubblicitarie, dare un'immagine accattivante del proprio prodotto. Con lo sviluppo di Internet ogni marchio si creò un suo sito, e non solo per attirare l'attenzione, ma per taluni prodotti più popolari come i jeans, per venderli direttamente. Si sviluppò la corsa alla forma fisica, e anche per persone non più giovani si crearono indumenti casual presi dall'abbigliamento sportivo. Il successo del Made in Italy in questo periodo derivò anche da abili strategie di marketing. Milano, il centro industriale della penisola, strappò la palma di capitale della moda a Torino, Firenze e Roma. Diventarono famosi stilisti come Giorgio Armani, Missoni, Gianfranco Ferrè, Gianni Versace, Dolce & Gabbana e Krizia. L'ideale di bellezza femminile si ispirò alla donna sportiva e snella, muscolosa e ambiziosa, di successo sia nel privato che nel pubblico, grazie anche al fatto di essere sempre vestita adeguatamente. Proprio Madonna impersonò questo credo, secondo cui era possibile modellare il proprio corpo attraverso l'aerobica, il culturismo, le diete e le cure di bellezza. Le spalle dei vestiti femminili si allargarono e gonfiarono; onnipresente il binomio giacca-tailleur con valigetta porta documenti. Il tipo della donna manager, non più femminile e fragile, ma dura e spietata sul lavoro.


domenica 28 novembre 2010

Dal 1950 al 1970

1950 

Durante questi anni protagonisti furono per la prima volta i teen-agers che si distinguevano dagli adulti anche per l'abbigliamento: blue-jeans, t-shirt,  maglioni, giacche in pelle, look trasandato o sportivo, e per gli uomini, brillantina in testa. La fortuna dei Jeans fu un fenomeno importante che influenza tuttora la moda. Questo indumento fu usato fin dalla metà dell'Ottocento come uniforme operaia, per la robustezza del suo tessuto, fissato con doppie cuciture e rivetti di metallo. In Europa le donne si stancarono di portare i vestiti rivoltati e fuori moda delle loro mamme e copiarono i modelli dalle riviste femminili con l'aiuto di cartamodelli e di provvidenziali sartine. Se Parigi continuava a dettare legge, stava nascendo a Firenze l'Industria della moda italiana, Parigi però dettava ancora legge: Dior lanciava collezioni che si ispirarono alle lettere dell'alfabeto, come la linea H con la vita spostata sui fianchi e il busto allungato. Successivamente si ebbero la linea Y e la linea A, mentre gli abiti da sera erano solitamente lunghi fino ai piedi. Nel 1957, anno della sua morte, Dior rivoluzionò ancora la moda con la linea sacco, che creò molto scalpore perché nascondeva totalmente il punto vita. Coco Chanel ripropose i suoi mitici tailleurs, dalla giacca senza collo e dalla gonna semplice e diritta.  Fu sempre lei che lanciò la scarpa Chanel, senza tallone e con la punta in colore diverso: era un'alternativa ai tacchi a spillo che dalla metà degli anni cinquanta martoriarono i piedi di molte donne. Nello stesso periodo si sviluppò sempre di più la moda per il tempo libero. Sulle spiagge fece la sua prima comparsa il bikini, costume da bagno in due pezzi. I pantaloni continuavano la loro marcia verso il successo: si usavano per l'estate, per lo sport e per lo sci. La maglia, da sempre considerata materiale povero e popolare, cominciò a far parte delle collezioni. Con la morte di Dior,Yves Saint Laurent diventò direttore della maison. La sua prima collezione ebbe un successo travolgente: la linea a trapezio era fresca, giovanile e sostanzialmente una continuazione del Sacco di Dior. 

Dagli anni della Seconda guerra mondiale al New Look

La crisi bellica causò inevitabilmente la corsa al risparmio, e per qualche anno le linee proposte furono semplici e poco interessanti. Nazioni come l'Inghilterra e l'Italia dovettero distribuire tessere in tagliandi per l'abbigliamento. La moda femminile si semplificò, anche per la mancanza di tessuto, soprattutto lana, e cuoio. Per circa 4 anni si videro solo gonne al ginocchio, spalle quadrate, tessuti modesti. In America le signore, non avendo nylon per le calze, si facevano dipingere la riga dietro alle gambe. Le donne americane, più pratiche, adottarono abiti in tela jeans. In Italia si crearono scarpe con la suola di sughero o di capretto italico. Antesignano di questo genere fu Salvatore Ferragamo. Intanto per non utilizzare la lana, che era usata dalle truppe al fronte, venne inventato il “Lanital” un tessuto ottenuto dai cascami della caseina. Solamente Christian Dior fu il vero iniziatore e artefice della moda post bellica, lanciando, nel 1947, il New look. Dior aveva in mente una donna signorile, raffinata e romantica, puntava su una linea che modellava il corpo femminile, tornando alle spalle morbide, alle gonne lunghe, seno in evidenza, fianchi tondi, gonna immensa; l'abito di Dior era falsamente naturale, ma nascondeva sotto il tessuto pregiato imbottiture e rinforzi. Amante del bianco e nero, prediligeva per gli abiti da giorno linee più caste, mentre per quelli da sera, scollature profonde e metri di tulle. L'aspetto ultrafemminile delle creazioni di Dior era accentuato anche dai dettagli. Obbligatori guanti, scarpe col tacco, cappelli.

La moda cambia nel tempo, ma ... non passa mai di "moda"

Il termine moda indica uno o più comportamenti collettivi con criteri mutevoli. Questo termine è spesso correlato al modo di abbigliarsi e deriva dal latino modus, i, che significa maniera, norma, regola, tempo, melodia, ritmo. Nei secoli passati, l'abbigliamento alla moda era appannaggio delle sole classi abbienti soprattutto per via del costo dei tessuti e dei coloranti usati, che venivano estratti dal mondo minerale, animale e vegetale. Prima dell'Ottocento, l'abito era considerato talmente prezioso che veniva elencato tra i beni testamentari. I ceti poco abbienti erano usi indossare solo abiti tagliati rozzamente e, soprattutto, colorati con tinture poco costose come il grigio. A questi aggiungeva scarpe in panno o legno. Non potendo permettersi il lusso di acquistare abiti nuovi confezionati su misura, tali classi ripiegavano spesso sull'abbigliamento usato. La moda, detta anche storicamente costume, nasce solo in parte dalla necessità umana correlata alla sopravvivenza di coprirsi con tessuti, pelli o materiali lavorati per essere indossati. Più legato alla psicologia è l'aspetto del mascheramento. Gli abiti possono servire a nascondere lati della personalità che non si vogliono far conoscere o, viceversa, a mostrarli. Si pensi al proverbio: "l'abito non fa il monaco". Anche la moda ha una storia. La moda cambiava anche in base alle epoche.

sabato 27 novembre 2010

Ciascuno è perfetto. L'arte di star bene con se stessi di Raffaele Morelli



[L'uomo come diceva Leopardi, è sempre alla ricerca di quel qualcosa che possa soddisfarlo, della felicità, che si presenta come la 'quiete dopo la tempesta' un momento di pace dopo una miriade di affanni ...]
Dal punto di vista psicologico, sociale e ancor meglio psicoterapeutico tale 'momento speciale' ci viene descritto dallo psicoterapeuta Raffaele Morelli in uno dei suoi libri dal titolo ''Ciascuno è perfetto. L'arte di star bene con se stessi''.
Essere felici. Il desiderio dei desideri è sempre questo. Oggi come ieri. E, oggi più di ieri, in una società in cui tutto è a portata di mano, sembra che le strade per realizzarlo si siano moltiplicate. Sembra.
Invece la felicità ci sfugge più che mai, come dimostrano i numeri delle sofferenze moderne: 12 milioni di italiani usano psicofarmaci, 3 milioni hanno un rapporto sbagliato con il cibo e il 30 % ha sofferto, almeno una volta, di un disturbo psicosomatico. Allora, è chiaro, cerchiamo la felicità nel modo sbagliato. Raffaele Morelli, lo psicoterapeuta più famoso d’Italia, ne è assolutamente convinto. E in "Ciascuno è perfetto - L’arte di star bene con se stessi" ci suggerisce una strada nuova. Quella indicata dai saggi orientali, quella che lui per primo cerca di seguire nelle sue indaffaratissime giornate: non c'è niente in noi che non vada bene. I nostri difetti, le nostre parti oscure, i nostri dolori non vanno scacciati, ma guardati in faccia e accolti dentro di noi ...
Un libro chiaro e ricco di ''immagini'' in cui è facile rispecchiarsi! Tutto ciò che consideriamo negativo ci appartiene, non resta che accettarlo ...siamo così perfetti!

venerdì 26 novembre 2010

Musica: Perchè la consideriamo un' arte?

La musica è un modo per esprimere i nostri pensieri e sensazioni. C'è chi scrive
Molto spesso ci capita di ascoltare in tv, radio, su piattaforme come youtube diversi canzoni o melodie che ci colpiscono nel tempo e spesso non ci rendimo conto di quanto queste possono colpire i nostri sensi finchè non decidiamo di ascoltarle sempre più volte, spesso divenendo le nostre preferite o le melodie irrinunciabili. La musica nel tempo ha subito una fortissima evoluzione: dai canti liturgici nell'epoca medioevale,alla musica barocca fatta di suoni leggeri,dall'avvento della musica classica in cui identità come Beethoven, Strauss, Puccini, Mozart e tanti altri ancora hanno dettato uno stile musicale che rimane attuale e stimato acora oggi nel XXI secolo,dove la maggior parte di noi si ferma ad ascoltare nel proprio i-pod il blues,il rock, il metal,il contemporaneo e chi più ne ha più ne metta!
dei pezzi musicali e chi invece si diletta nel canto, chi invece si ferma semplicemente ad alzare il volume dello stereo e immargersi nella propria melodia preferita. Cosa ci spinge a cantare e/o ascolare un genere o una canzone ben specifica? Il ricordo di un preciso momento della propria vita, con persone che hanno lasciato in noi un segno indelebile, oppure racconta un preciso momento o ciò che vorremo esprimere, ma spesso viene a noi difficile per timidezza o insicurezza. Le emozioni sono ciò che rendono una melodia indimenticabile in noi! Per questo motivo un' amicizia, un amore, un disagio vengono espresse nella musica: per evocare sensazioni comuni che non hanno vincoli etnici o culturali. Ogni emozione trasmessa evoca colori e immagini in noi insostituibili con altre, perciò facciamo della musica la nostra arte e principio comune.

Google Doodle per Pippi Calzelunghe

Pippi Calzelunghe festeggia i 65 anni e per l’occasione Mountain View ha deciso di proporre ai propri utenti il logo personalizzato che capeggia sulle homepage del motore di ricerca, che viene così sostituito da un logo stilizzato. Questa volta, infatti, il logo celebra il compleanno della simpatica bambina dalle trecce rosse protagonista del romanzo della scrittrice svedese Astrid Lindgren, che è diventato un cult grazie alle serie televisive ispirate al libro.
Il nuovo Google Doodle è essenzialmente molto simile al logo originale, al quale è stata tolta la piccola g per far posto a Pippi che solleva il fidato cavallo Zietto, e alla sua inseparabile scimmietta, soprannominata Signor Nilsson. L’immagine richiama la forza sovraumana della ragazzina, che issa il suo cavallo con un braccio, degna di una vera eroina in miniatura!
Si tratta dell’ennesimo Google Doodle che sembrerebbe non aver deluso utenti e collezionisti sparsi per social network e forum.

giovedì 25 novembre 2010

Lo Sport

Innanzitutto potremmo definire lo sport un gioco di gruppo o individuale che mette in competizione una o più persone. Famosa è la frase del barone Pierre de Cubertin "L'importante non è vincere, ma partecipare", secondo cui bisogna puntare al divertimento, ma soprattutto a una soddisfazione personale!
Lo sport è l'insieme di quelle attività, fisiche e mentali, compiute al fine di migliorare e mantenere in buona condizione l'intero apparato psico-fisico umano e di intrattenere chi le pratica o chi ne è spettatore.
Lo sport può essere praticato singolarmente o in gruppo (sport di squadra), senza fini competitivi oppure gareggiando contro altri sportivi. In quest'ultimo caso si parla di agonismo sportivo.
La diffusione della pratica sportiva in quasi tutte le società del mondo contemporaneo è il segno marco dell'importanza che lo sport ha assunto in quelle realtà da un punto di vista sociale, economico e politico. Lo sport è parte integrante della cultura di una società e si sviluppa in simbiosi con i cambiamenti che la contraddistinguono. Si pensi solamente al bagaglio di tradizioni che le discipline sportive tradizionali apportano alle culture delle nazioni in cui sono praticate o agli stretti legami che intercorrono tra sport e media.
Molti sport richiedono una particolare attrezzatura per poter essere praticati, costituita da veicoli meccanici o da semplici attrezzi, oppure richiedono particolari strutture per la pratica. L'equitazione e l'ippica sono esempi di sport praticati insieme con un animale, il cavallo.


Altri sport invece, ad esempio la corsa, non richiedono attrezzature particolari e vengono praticati diffusamente anche nei paesi più poveri. In queste società, lo sport è spesso visto dalle giovani generazioni come mezzo per un possibile riscatto economico e sociale, ne sono un chiaro esempio i grandi corridori africani che da molti anni ormai sono i dominatori del mezzofondo in attletica leggera.
L'evento in cui il dualismo tra professionismo e dilettantismo ha avuto il maggior livello di contrasto è stato sicuramente l' Olimpiade la più importante manifestazione sportiva a livello mondiale. Le olimpiadi hanno cadenza quadriennale e si dividono in olimpiadi estive e invernali. In tale occasione i migliori atleti provenienti da ogni parte del mondo, si cimentano nelle diverse discipline olimpiche. In occasione delle prime edizioni delle olimpiadi moderne, però, alle gare erano ammessi solo gli atleti dilettanti; nel corso degli anni, e sotto la spinta dell'opinione pubblica e degli sponsor, la regola subì varie deroghe e alla fine venne eliminata per permettere agli atleti professionisti, di solito i migliori delle varie discipline, di partecipare alle competizioni olimpiche. Una vasta gamma di sport era già praticata ai tempi dell'antica Grecia: la corsa, il salto in lungo, la lotta, il pugilato, il lancio del giavellotto, il lancio del disco, la gara dei carri da guerra e il pentathlon erano quelli prevalenti. Questa predilezione sta ad indicare l'influenza predominante che la cultura militare nell'antica Grecia ebbe sullo sviluppo degli sport ad essa più legati e viceversa. Si tenevano in onore di Zeus ogni quattro anni ad Olimpia, un piccolo villaggio del Peloponneso. Le Olimpiadi non erano solamente un avvenimento sportivo, ma erano la celebrazione dell'eccellenza individuale, della varietà culturale ed artistica dell'intera cultura greca e, soprattutto, erano l'occasione per onorare la massima divinità religiosa.
Lo sport, come possiamo notare, ha una propria storia e presenta diverse tipologie di attività, ma soprattutto diverte e rilassa! Praticate sport perchè fa bene alla vostra mente e al vostro corpo!

Chi di noi non ama la buona cucina?


Credo che di risposte negative ne riscontreremo ben poche.
Il cibo, oltre a soddisfare un bisogno umano, fa nascere in noi sensazioni di piacere uniche, un modo per "strappare" un break dalla routine quoitidiana.
Come per ogni cosa che ci circonda, il cibo è arte che colpisce i sensi. In modo particolare tatto, olfatto e vista. Oltre a gustare con la bocca, assaporiamo con gli occhi e con il naso, perchè cio che colpisce sono in modo particolare i colori e le forme che qualsiasi piatto può assumere. Se ci soffermassimo davanti ad un primo o un dolce sicuramente le prime impressioni che colpiranno la nostra voglia di gustarlo saranno sicuramente: il colorito vivace di ogni ingrediente, il profumo delizioso e sfizioso, il modo in cui viene servito e i dettagli che lo accompagnano.
Cucinare è anche un attività molto usuale, in cui possiamo dilettraci come bambini nella rappresentazione di un piatto a noi gradito o che magari vogliamo offrire a uno o più ospiti.
Molte persone si occupano di cucina e di preparazione del piatto come mestiere e come hobbies, formando una mente creativa e fantasiosa che vede nel cibo un modo di esprimersi, quasi una tipologia d'arte che a molti di noi colpisce sempre più.
Si cucina per necessità, per fame, per fare un pensiero o addirittura per pure divertimento. Qualunque sia il motivo resta comunque una funzione che serve per qualcosa oltre che ad un bisogno umano, non più comune solo nelle donne ma anche negli uomini stessi è diventata una pratica molto utilizzata.
Riassumendo: la cucina è colore, sapore e svago.
Un abitudine sana e generale che “riempe” non solo la pancia ma stimola la mente stessa.




L'arte dei colori

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHqtwtfBTPl1GT1Ttw_Clk8sABXwMSmKNd3TVBs6Bk162cAUQ8oz0hSK3k5VrZfWz3ilctYtYD4yf225UJF8jhBD8UVjCthbjCdHWOBON5FPcbJv_ndWgF7aCwkPq3bD-DlCFLb0DcyOg/s400/pennelli.jpgLa pittura è l'arte che consiste nell'applicare pigmenti sospesi in un elemento portante (o in un mezzo) ed un agente collante ad un supporto come la carta, la tela, la seta, la ceramica, il legno o un muro. Il processo in pratica consiste nel cospargere di colore una superficie. I segni iconici che ne risultano definiscono la natura dell'opera su un piano semantico, a seconda delle intenzioni dell'autore (pittore o pittrece che sia), in un libero gioco tra figurazione, impiego libero delle forme o qualsiasi altro utilizzo del medium pittorico in ambito artistico. Esistono molti tipi di tecniche pittoriche, che si differenziano sia per i materiali e gli strumenti usati sia per le superfici sulle quali è eseguita l'opera. Abbiamo:
  • Sulle pareti l'affresco, il murale, il  graffito e l'encausto.
  • Su tavola la pittura a tempera, i colori ad olio ed i colori acrilici.
  • Su carta la pittura a tempera, l' acquarello e il guazzo o guache
  • Su tela la tempera, la pittura ad olio e la pittura acrilica.
  • Su ceramica le pitture vascolari con ossidi e fondenti.
  • Su seta ed altre stoffe il batik, lo Shibori, il Serti e l'acquerello.
Altre tecniche figurative sono: la miniatura, l'acquaforte, l'acquatinta e, in generale, tutte le tecniche grafiche in grado di produrre opere uniche (ad esempio il disegno) o multiple (stampa da matrice, ma anche digitale).
Nell'esecuzione di opere pittoriche, poi, oltre ad una vasta gamma di superfici e di colori che possono presentarsi puri - pigmenti - o più normalmente già uniti al cosiddetto medium - paste, resine, oli, emulsioni -, si aggiunge la possibilità di utilizzare vari strumenti: pennelli, spatole,aerografo, spray, punte ed anche attrezzi che non nascono per uso artistico ma che vi sono adattati dalla perizia o dalla fantasia dell'artista. Altre forme particolari di arti figurative possono essere mosaico, l'arazzo o il ricamo.


Perché è importante leggere: favole e fiabe per i bambini

Il bambino e la sua mamma parlano guardandosi negli occhi e ciò è possibile perché quella con i figli è un’intima comunicazione di gesti e affetti. Il rapporto madre-bambino rappresenta la più importante delle relazioni d’affetto nella vita di ciascun individuo. Molti sono gli insegnamenti da dare a un bambino per prepararlo alle cose del mondo e molti sono gli strumenti educativi che si possono scegliere. Si educa parlando, spiegando, confrontandosi, chiarendo e dando il buon esempio, ammonendo, sgridando - se è il caso -, ma anche giocando e partecipando al mondo “bambino”, ovvero calandosi nel fantastico immaginario dei piccoli.
Un ottimo strumento per raccontare il mondo e insegnare la morale ai piccoli è rappresentato dalle fiabe: storie fantastiche che celano i più nobili e puri princìpi. Vanno bene tutte, da quelle classiche a quelle originali, dalle più moderne e avventurose alle più antiche, semplici e intramontabili. Leggere le favole ai bambini è un uso antico, un rito d’amore, un momento d’incontro e crescita. Eppure, al giorno d’oggi, sarebbe più facile accedere a youtube e lanciare fiabe a cartone animato, o quelle in dvd, ne esistono tantissime versioni meravigliose. Invece no. Bisogna leggere, prendere un bel libro, grande, colorato e illustrato, sfogliarlo, raccontarlo e viverlo.

mercoledì 24 novembre 2010

Cosa ci spinge ad intraprendere un viaggio? Cosa ci porta al volerci spingere oltre le nostre barriere?


Viaggiare è una necessità che molti di noi sentono dentro, può rappresentare lo staccarsi dalla propria realtà per conoscere ambienti, culture e paesaggi diversi. C’è chi lo fa come mezzo di fuga da una realtà che ripudia. Chi va alla ricerca di tutto ciò che non conosce. Chi semplicemente pensa a svagarsi e poco importa degli ambienti ma piuttosto il viaggio in sé. Altri ricercano una fede che ha bisogno di rafforzarsi. E tanto altro ancora. Il viaggio è ricerca, emozione, sensazione, desiderio, passione, novità o alle volte anche un ritrovare qualcosa che si è perso in precedenza, un ritorno al passato oppure scoprire il futuro. Spesso sogniamo viaggi impossibili, luoghi sconfinati che nella nostra mente ci allontanano dal nostro habitat, dalla nostra casa. Oggetto principale di un viaggio è sicuramente il “calcare”  il piede in una terra straniera, vedere cosa può offrirci una nuova tradizione, rimanere stupefatti di fronte a un paesaggio. E' difficile non emozionarci di fronte a qualcosa di totalmente sconosciuto. Il viaggio in sé soddisfa gli occhi, la mente e il cuore. Non è importante la città dove andiamo ma cosa vogliamo sentire dentro di noi, quali immagini e colori possono far estrapolare qualcosa di davvero significativo in noi. Colori caldi come il giallo e l'arancio del sole e il rosso della sabbia o di un particolare tramonto ci portano calore e allegria. Altri più intensi come il blu, il verde, il marrone ci ricollegano alla natura calma e riflessiva. Quanti colori possiamo scoprire e quanto altro ancora possiamo imparare ed apprezzare. Semplicemente fuggendo, seppur nella maggior parte dei casi temporaneamente, dalla realtà odierna per scoprirne un’altra che, anche se può apparire simile alla nostra, ci risveglia in noi attimi mancati e gioie mai conosciute.

Gibì e Doppiaw

Nati come vignette che accompagnavano lettere di conforto e sostegno, Gibi e Doppiaw sono due clown creati da Walter Kostner alla fine degli anni '70.  La loro semplicità e genuinità coinvolge sia piccoli che grandi: Gibi  è innocenza, curiosità,  meraviglia, scoperta e ricerca; Doppiaw è maturità, esperienza , disincanto. Il loro rapporto d’amicizia è complementare, ognuno dei due impara dall’altro: Gibi si rivolge a Doppiaw per chiedere  aiuto e conforto; Doppiaw grazie a Gibi riesce a stupirsi ancora nonostante la sua conoscenza, riscopre emozioni e suggestioni dimenticate e accantonate a causa delle delusioni della vita. Le loro avventure sono raccontate attraverso le vignette e l’animazione; narrano scorci di vita quotidiana, fatta di scoperte e confronto, meraviglia e riflessione. Le melodie che accompagnano i disegni animati modellano l’azione, rendendola serena e vivace. Le vicende hanno brevi dialoghi che racchiudono insegnamenti  o semplicemente riflessioni ritenute scontate ma che fanno guardare il mondo e la realtà circostante  con uno sguardo piu leggero, privo di pregiudizi e capace di sorprendersi ancora.
Le vignette sono perlopiù in bianco e nero; le animazioni hanno colori tenui e delicati, colori pastello, colori che sfumano sul bianco, lasciando intendere candore, purezza e semplicità. Colori acquerellati che accarezzano e incorniciano la vicenda, come se non volessero disturbare i due simpatici protagonisti.
                                                                                                        


Finiremo sommersi dai libri?

Libri elettronici o libri di carta? È questo il dilemma. Sicuramente gli utilizzatori (iniziali) di e-book avranno detto almeno una volta: “Ah no. Non potrei mai rinunciare alla fisicità di un libro e all’odore della carta”. Ma non tutti la pensano così. E parliamo degli e-scrittori. Già! Non solo e-lettori, ma anche e-scrittori, che sono sempre più numerosi. Almeno in apparenza, infatti, sembra che uno degli effetti più positivi degli e-book siano le maggiori possibilità offerte a chi vuole diventare autore in prima persona. Basti pensare all’opportunità di mettere i propri contenuti digitali direttamente a disposizione dell'immenso pubblico di Internet.


 Si occupano dell’offerta di libri digitali, il progetto Editoria diffusa della società e-Text e la libreria elettronica Ebooksitalia, che curano l’edizione e la distribuzione di nuovi titoli in e-book.


Mille splendidi soli, il romanzo delle donne afghane

Il 25 novembre ricorre la Giornata nazionale contro la violenza sulle donne. Molte le associazioni italiane che si riuniranno per numerose iniziative. Noi vogliamo partecipare con la recensione di un libro che, oggi più che mai, rappresenta la drammatica situazione delle donne afghane. “Mille splendidi soli” è il secondo romanzo di Khaled Hosseini, scrittore americano di origine afghana, autore del precedente best seller “Il cacciatore di aquiloni”.
La trama di questo libro  è complessa e appassionante. Intreccia le vite di due donne che conducono due esistenze completamente differenti, fino a quando verranno costrette a condividere lo stesso tetto e lo stesso uomo.



giovedì 18 novembre 2010

La Percezione


Tutti i giorni ci capita di sfogliare un libro, guardare un film, navigare su internet, ascoltare una canzone e praticare una varia gamma di attività. Si può ben notare, che quando ci dedichiamo a queste, per esempio quando leggiamo un libro, capita di associare un colore al suo contenuto in base alla sensazione che proviamo, ma soprattutto abbinandolo alle numerose immagini che ci vengono in mente nel momento in cui ci facciamo travolgere dalla lettura. Tale legame, cioè 'oggetto-colore', il quale porta alla produzione di sensazioni, è dovuto a quella che viene comunemente detta 'percezione'. Innanzitutto dobbiamo chiarire 'cos'è la percezione?'