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domenica 28 novembre 2010

Dagli anni della Seconda guerra mondiale al New Look

La crisi bellica causò inevitabilmente la corsa al risparmio, e per qualche anno le linee proposte furono semplici e poco interessanti. Nazioni come l'Inghilterra e l'Italia dovettero distribuire tessere in tagliandi per l'abbigliamento. La moda femminile si semplificò, anche per la mancanza di tessuto, soprattutto lana, e cuoio. Per circa 4 anni si videro solo gonne al ginocchio, spalle quadrate, tessuti modesti. In America le signore, non avendo nylon per le calze, si facevano dipingere la riga dietro alle gambe. Le donne americane, più pratiche, adottarono abiti in tela jeans. In Italia si crearono scarpe con la suola di sughero o di capretto italico. Antesignano di questo genere fu Salvatore Ferragamo. Intanto per non utilizzare la lana, che era usata dalle truppe al fronte, venne inventato il “Lanital” un tessuto ottenuto dai cascami della caseina. Solamente Christian Dior fu il vero iniziatore e artefice della moda post bellica, lanciando, nel 1947, il New look. Dior aveva in mente una donna signorile, raffinata e romantica, puntava su una linea che modellava il corpo femminile, tornando alle spalle morbide, alle gonne lunghe, seno in evidenza, fianchi tondi, gonna immensa; l'abito di Dior era falsamente naturale, ma nascondeva sotto il tessuto pregiato imbottiture e rinforzi. Amante del bianco e nero, prediligeva per gli abiti da giorno linee più caste, mentre per quelli da sera, scollature profonde e metri di tulle. L'aspetto ultrafemminile delle creazioni di Dior era accentuato anche dai dettagli. Obbligatori guanti, scarpe col tacco, cappelli.

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