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giovedì 6 gennaio 2011

Scatti più economici

Prima della tecnologia digitale, produrre fotografie era un'attività che necessitava di tre tipi di investimento: innanzitutto l'acquisto del mezzo fotografico, che costituiva un costo fisso; in secondo luogo, la spesa costante dei costi di produzione, cioè l'acquisto di rullini, lo sviluppo e la stampa; in terzo luogo le spese per la conservazione e la fruizione. Oggi, invece, l'utilizzo della tecnologia digitale ha drasticamente abbattuto tutti i costi di produzione. Così, la (quasi) totale assenza del carico economico necessario per la produzione di immagini, ha comportato un radicale atteggiamento sociale nei confronti della fotografia. Questa presunta riduzione dei costi di produzione è causata da una serie di fattori:
  1. visualizzazione immediata dell'immagine. Dopo ogni scatto digitale è possibile vedere immediatamente il risultato: questa condizione annulla, di fatto, ogni margine di errore poichè, di fronte ad una fotografia ritenuta insoddisfacente, è possibile cancellare l'immagine e ripetere lo scatto. In termini di costi, questo accorgimento evita che vengano prodotte fotografie indesiderate e quindi stampe inutili;
  2. versatilità del supporto. Le schede magnetiche, che sostituiscono le pellicole, apportano due agevolazioni: innanzitutto annulla il problema della capienza, poichè è sempre possibile, in caso di esaurimento della memoria, scorrere le proprie immagini ed eventualmente eliminarne qualcuna, oppure, abbassare la qualità delle immagini di ripresa ed incrementare lo spazio virtualmente  disponibile; inoltre, al contrario delle pellicole, le schede di memoria sono riutilizzabili praticamente all'infinito.
  3. esistenza virtuale delle immagini. La fruizione delle fotografie digitali si può ottenere su qualunque supporto elettronico dedicato: PC, TV, lettori DVD, portafotografie elettronici. In caso di stampa, nonostante il costo di una singola fotografia digitale sia attualmente di poco superiore a quello delle fotografie analogiche, la possibilità di effettuare un campionamento delle immagini migliori, scegliendo solo quelle che si ha intenzione di stampare, abbatte sensibilmente i costi.
  4. leggerezza dell'archiviazione. L'incremento delle immagini prodotte non incide su un corrispetivo incremento dei costi di archiviazione. Conservare le immagini su Hard Drive non implica nessun costo e nessun ingombro fisico, quindi non bisogna investire in album fotografici.
  5. consultazione e sharing. Attraverso l'uso di software dedicati, le fotografie vengono ordinatamente archiviate, attraverso criteri definiti dall'utente: in questo modo la consultazione risulta efficace e precisa. Inoltre, grazie alla versatilità del linguaggio informatico, le fotografie possono essere condivise e riprodotte a costo zero, per cui anche l'eventuale duplicazione non incide economicamente: in sostanza una stessa fotografia può essere distribuita (tramite Internet, posta elettronica o supporti elettromagnetici) ad un numero di utenti virtualmente infinito senza che ciò incrementi il fattore di spesa.
Tutto ciò dimostra come la tendenza alla produzione di materiale fotografico sia, nell'era della tecnologia digitale, un'attività completamente priva di complicazioni di tipo gestionale ed economico. Inoltre, il fattore di crescita della produzione è da imputare alla diffusione degli apparecchi video-fotografici anche su dispositivi differenti, come cellulari o PC, che comporta la possibilità di avere sempre con sé una fotocamera (seppur di prestazioni e qualità non eccezionali).

Beh insomma, l'era della tecnologia digitale ha alleggerito un pò le nostre tasche e ha divulgato l'utilizzo dei mezzi fotografici anche ai meno esperti.
E voi? Amate fotografare qualunque cosa, pensando "tanto poi cancellerò le fotografie superflue" oppure preferite cogliere l'attimo, immortalando un momento con una singola foto?

martedì 14 dicembre 2010

Gustav Klimt

Gustav Klimt nacque il 14 luglio 1862 a Baumgarten, un sobborgo di Vienna. Figlio di un orafo incisore e di una viennese di modeste condizioni sociali, nel 1876 si iscrisse alla scuola di arti e mestieri del museo austriaco per l'arte e l'industria. Klimt iniziò la sua carriera come artista ufficiale, realizzando decorazioni pittoriche di diversi edifici pubblici.

Nel 1897, Klimt fu tra i fondatori e primo presidente della Wiener Secession (Secessione Viennese), divenendo, così, il rappresentante simbolico dello Jugendstil austriaco.
Tra il 1905 e il 1909 Klimt realizzò il prezioso mosaico per la sala da pranzo del palazzo Stoclet di Bruxelles, la sua opera più famosa.

Gustav Klimt
L'attesa, particolare
Cartoni per il fregio Stoclet
 Klimt, utilizzando le innovazioni decorative dell'Art Nouveau, movimento legato soprattutto alle arti applicate, di cui divenne il più grande rappresentante nel campo della pittura, sviluppò uno stile ricco e complesso ispirandosi, spesso, alla composizione dei mosaici bizantini, che studiò a Ravenna. Il contatto con i mosaici bizantini porta Klimt a scoprire la preziosità e luminosità. Nelle opere introduce l'uso dell'oro alla ricerca di un nuovo equilibrio tra la sensualità della figura femminile e la preziosità del motivo decorativo. È il cosiddetto periodo "d'oro" (1905-09).
Lontano dalle correnti d'avanguardia della pittura dell'epoca e in contatto con gli aspetti più innovatori dell'architettura e del design del XX secolo, Klimt fu un sostenitore di giovani artisti, tra cui Oskar Kokoschka ed Egon Schiele.

Nella sua opera, si oppose alle idee conservatrici, superando barriere e divieti e realizzando dipinti erotici e simbolici che rappresentarono i sogni, le speranze, le paure e le passioni dell'uomo.
L'ideale di bellezza per Klimt fu la donna giovane, erotica e seducente nei confronti dell'uomo, che però denotava, soprattutto nei disegni, malinconia e solitudine.
Dipinse anche paesaggi; di particolare valore quelli realizzati nell'ultima parte della sua attività.
Morì il 6 febbraio del 1918, a seguito di un attacco apoplettico.

“Il bacio” è un dipinto ad olio su tela realizzato nel 1907-08, ispirato allo stile Liberty, con decorazioni e mosaici in color oro sullo sfondo. Il bacio rappresenta l’apice del "periodo d'oro" ed è una sintesi dell’arte e del mondo culturale di Gustav Klimt. C'è la cultura di Vienna e della scuola di Freud con i suoi simbolismi sessuali, evidenti nei rettangolini del vestito dell’uomo e dei cerchi disegnati su quello della donna, c’è l’amore per la preziosità, l’oro, la magnificenza della Vienna di Franz Joseph, che avvolge i personaggi, c’è la forza dei sentimenti della Secessione viennese nelle linee dei volti, nell’incarnato pallido della donna.
La faccia della donna è racchiusa fra le mani del maschio, il quale ha il braccio della femmina sul collo.
Klimt ha vestito i suoi personaggi con una lunga tunica, che permette di avvolgerli in un’intimità unitaria che lascia scoperti solo le braccia, la faccia ed il ginocchio della donna dando l’impressione della nudità e semplicità della passione. I sentimenti sono nello stesso tempo autentici e individuali ma corrispondenti ai ruoli: il senso di totale abbandono e dedizione della donna piegata, nei confronti dell'uomo, rappresentato proteso in avanti, in atteggiamento di forza protettiva e tenerezza nei confronti di chi si abbandona totalmente a lui.

venerdì 10 dicembre 2010

Le Foglie D 'Autunno

Mi frulla per la testa un motivetto: “the falling leaves drift by the window the autumn leaves all red and gold…. cantata da Edith Piaf nel 1950,con strofe in inglese e francese. Originariamente, la canzone nasce con testo in francese e ha come titolo Les Feuilles Morts” e viene inserita nel film “Les Portes de la Nuit”. Viene poi riadattata in versione inglese, con titolo “Autumn Leaves” e cantata nel 1957 da Jo Stafford.

La versione di Edith Piaf unisce entrambe le versioni, ha toni caldi e profondi.
Il ricordo di una passione estiva ormai finita, lascia spazio ad un autunno fatto di foglie che cadono e memorie di immagini dolci e spensierate.
La melodia è avvolgente e morbida, con sfumature malinconiche ma leggere.Mi fa pensare al celeste per la delicatezza che emana. Siete d’accordo?
Cosa vi suggerisce?